A Roma, presso “Artmediastudiozeta”, è in corso la mostra Cirkus, che espone la recente produzione di Gaetano Zampogna. L’artista, nato a Scido (RC) nel 1946, ma attivo nella Capitale da 35 anni, dal 1994 lavora per il recupero di una pittura di tessuto figurativo contaminata dalle mitologie mediatiche del nostro tempo, in un primo momento evidenziando la debolezza della realtà percepita come produzione pubblicitaria. All’imponenza monocromatica e lunare di grandi volti anonimi sovrappone, elemento di disturbo e di disequilibrio, policromatici e minimali gli “avvenimenti del mondo” come finestre mediali riprese dalle copertine delle più importanti riviste internazionali.
Nella fase successiva Zampogna crea un rapporto alienato di identità fra i due soggetti, dilatando le precedenti finestre pubblicitarie fino a farle diventare equivalenti ai ritratti, fino a rendere, cioè, la “realtà reale” e la “realtà mediale” intercambiabili.
Ne risulta un’immagine pittorica “smemorizzata” in cui i due “avvenimenti” dialogano con straniante naturalezza: il punto di forza delle due immagini è l’inconsistenza e l’anonimato, colti in flagrante complicità. Con tecnica fine, la pubblicità e la vita contemporanea si alimentano vicendevolmente.
Le ultime opere dell’artista rappresentano un passo ulteriore e logico verso quest’analisi ironica e tragica del reale: i personaggi vivono bizzarramente all’interno delle figurazioni stilizzate del “Gratta e vinci”.
La Scopa, l’Isola del tesoro, gli Animali portafortuna, Cirkus sono icone di una contemporaneità svalorizzata che rappresentano, per l’uomo occidentale, l’attesa di una mediocre catarsi: la speranza della personale ricchezza, una chimera mediatica come antidoto al vuoto crudele e globale di questi giorni di storia.